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Il Bagno Ghiacciato nel Metodo Wim Hof

Come ci si approccia ad un Bagno Ghiacciato

secondo il metodo Wim Hof

BO_MariaKovBagnoGhiacciato

Maria, mentre si rilassa nella vasca con il ghiaccio al workshop di Bologna

Il Freddo

Inutile menzionare il fatto che la pratica del freddo abbia radici remotissime.

Sia in Occidente che in Oriente, le varie culture hanno posto al centro delle loro pratiche mediche il freddo e l’esposizione ad esso. Ne parlava Marco Aurelio ne “I colloqui con sé stesso”. Ippocrate, nel secolo IV AC, usava il freddo per motivi di salute ed analgesici, aggiungendo che “l’acqua può curare qualsiasi cosa” (n.b.: l’acqua, non l’aria). Non più tardi della fine del 1800, Kneipp, abate tedesco, scoprì su di lui le meravigliose virtù del freddo: affetto da tubercolosi, decise di curarla da sé, facendo immersioni nelle acque fredde del Danubio e riscaldandosi subito dopo, per evitare gli effetti del raffreddamento sul suo corpo.

Gli orientali non furono da meno, annoverando tra i loro “utilizzatori del freddo” per riscaldarsi, personaggi come Milarepa che, sui monti del Tibet, diede vita ad un metodo complesso di respirazione per sopravvivere e rigenerarsi a temperature rigide come quelle di chi vive ad altitudini di più di 7000 mslm, semi-nudo, all’interno di una caverna.

Oggi, per fortuna, il freddo, nella sua forma più estrema, è stato sdoganato da un certo Wim Hof che, grazie alla sua caparbietà, passando da fenomeno da baraccone a fenomeno paranormale, è riuscito a spingere molte persone a provare questo tipo di pratiche salutistiche.

Il Bagno ghiacciato

Ma cosa ci consiglia Wim per approcciarci ad un bagno ghiacciato? e, innanzitutto, cos’è un bagno ghiacciato ? vediamolo insieme.

Introduzione

Nelle pratiche sportive, si definisce bagno ghiacciato: un regime di allenamento, solitamente svolto dopo un periodo di intenso esercizio, in cui una parte sostanziale del corpo umano viene immersa in un bagno di ghiaccio o acqua ghiacciata per una durata limitata.

Senza pensarci troppo, capiamo che questa NON È la stessa idea che si ha, di questo strumento, nel Metodo Wim Hof.

Nel nostro metodo, il bagno ghiacciato (o ice-bath) è motivo di meditazione profonda. Un mezzo per ottenere benefici sia corporei che mentali, imparando ad accettare il più acuto degli stress: il freddo.

Il bagno ghiacciato è una forma di meditazione profonda, usato per ottenere benefici sia mentali che fisici.

Scelta e preparazione della Vasca

Dunque vediamo ora come preparare la vasca che conterrà l’acqua ghiacciata.
  • La Vasca
    • Grandezza: più è piccola, di meno ghiaccio avrete bisogno! E anche di meno acqua, che sarà poi da far defluire
    • Materiale e fattezza: qui la scelta è davvero variegata. Il mio consiglio è sempre di sceglierne una che vi permetta di essere organizzata in maniera più semplice possibile. Esistono molte vasche pieghevoli (io propenderei per quelle)
  • Riempimento: l’obiettivo è quello di portare la temperatura dell’acqua al punto più vicino ai 0°. Per far ciò, non è possibile definire un quantitativo di ghiaccio valido per ogni vasca, perché l’ammontare del ghiaccio da introdurre in vasca sarà determinato da:
    • temperatura dell’acqua, capienza in litri della vasca, temperatura del ghiaccio
    • la cosa più semplice da fare è quella di consultare questo utilissimo sito web, che ci permette di calcolare esattamente la temperatura del nostro bagno ghiacciato in funzione delle variabili inserite
      • per chi non conoscesse l’inglese, di seguito troverà una tabellina di conversione
    • facciamo in modo che, considerando anche la quota del ghiaccio e il nostro volume corporeo, l’acqua riesca a sommergerci fino alla clavicola
  • Quale è la temperatura dell’acqua che vogliamo ottenere? Una temperatura compresa nel range 0-4 gradi sarà eccellente. Se dovesse essere troppo intensa come esperienza, aumentiamo il range a 4-10 gradi 

Temperatura iniziale dell’acqua con cui riempirete la vasca

Temperatura iniziale del ghiaccio – andrà bene quella preimpostata se non doveste riuscire a conoscere quella esatta

Ammontare del ghiaccio (chili o litri) – specificate i chili di ghiaccio che userete. Modificando questo parametro, potrete stabilire la temperatura dell’acqua del vostro bagno ghiacciato. Quindi giocate su questo parametro.

Ammontare di Acqua all’interno della vasca (prima di aggiungere il ghiaccio)

Temperatura Minima possibile per il vostro Bagno di Ghiaccio – questo è il valore in output, che è funzione dei parametri che avete inserito precedentemente. Se la temperatura è troppo alta, ad esempio, aumentate il numero di chili di ghiaccio che avete inserito e questo valore cambierà!

bagno-ghiacciato-ottavio

Il Protocollo Wim Hof per il bagno ghiacciato

Il protocollo, spiegato qui in maniera molto semplificata, prevede tre fasi:

  • Prima del bagno
  • Durante il bagno
  • Dopo il bagno
Prima del bagno

Come detto, il bagno ghiacciato è una forma di meditazione. Dobbiamo, quindi, arrivarci con deferenza, migliorando il più possibile quella che è la connessione mente-corpo. Nel corso dei miei workshop, ahimé, vedo sempre qualcuno che vi si approccia con aria di sfida. Questo è sbagliato!

Cosa fare, quindi?

  • Respirazione: eseguire 1 ciclo di respirazione Wim Hof di 30 respiri e poi rimanere rilassati per qualche minuti, prima di proseguire con lo step successivo
    • la frequenza dei respiri può anche essere più spinta che nella respirazione base vista qui
    • questo ci darà la giusta carica e sarà un “primer” per il nostro organismo che, con la giusta dose di adrenalina, potrà fronteggiare meglio il freddo
    • rimanere rilassati ed in sicurezza: non eseguire la respirazione sull’argine di un fiume, in acqua, su terreni scoscesi o altro!!!
  • Calore Muscolare: generate quanto più calore muscolare possibile con la Horse Stance
    • non sottovalutate l’importanza di questo esercizio! È perfetto per l’esposizione al freddo, molto meglio di flessioni, squat ed altri. Vedremo il perché in un articolo successivo.
  • Visualizzate il vostro Bagno Ghiacciato: questo è il punto più importante, ma spesso, ahimè, il più sottovalutato
    • concentratevi, chiudete gli occhi e immaginate il vostro bagno ghiacciato
    • immaginate di entrare nell’acqua: quali sono le sensazioni alla gamba? e all’altra? e poi quando vi immergete?
Durante il Bagno

Una volta entrati nella vasca ghiacciata, il nostro corpo, come evoluzione vuole, vorrà scappare! Noi vorremmo rilassarci e lui, invece, innescherà una intensa reazione fight-or-flight, come se un leone ci stesse azzannando.

  1. La reazione fight-or-flight innescherà una respirazione iperventilatoria (inizieremo ad ansimare)
  2. Niente paura, se non succedesse questo tipo di reazione, non ci saremmo evoluti per fronteggiare i pericoli! Il freddo è uno di questi, quindi: manteniamo la calma, rilassiamoci
  3. Facciamo una bella inspirazione ad occhi chiusi, possibilmente con il naso, seguita da una lenta espirazione rilassata
  4. Allunghiamo via via l’espirazione, fino a che lo stimolo del fight-or-flight non sarà cessato
  5. Dopo circa 30 secondi, il peggio dovrebbe essere passato, quindi possiamo iniziare a goderci il nostro bel bagno ghiacciato

Una volta rilassati, abbiamo ripreso il controllo della nostra mente e possiamo, ora, dirigerla dove vogliamo! Evitiamo di menzionare tecniche avanzate di respirazione e mentalizzazione, ora vogliamo approcciarci ai primi bagni ghiacciati, quindi:

  • mente alle sensazioni: accettiamo tutti gli stimoli che il freddo sta innescando in noi
    • avverto freddo alle estremità? ok! È sopportabile? Allora rimango. Non lo è? esco e riprovo dopo o domani
    • come mi sento? vivo? è una sensazione bellissima o no ?!
    • il freddo mi sta curando! lo accetto come mio amico
Fin dove devo spingermi ?

Fintanto che le sensazioni rimangono SOPPORTABILI. Non ha senso spingersi oltre.

Ciò che vogliamo fare è rimanere nel range ormetico dello stress, ovvero in un valore “stressante” che inneschi degli adattamenti positivi sul nostro sistema mente-corpo, non che vada a deprimerlo.

Dopo il bagno

La fase del riscaldamento dopo il bagno è importantissima!

Per ragioni che vedremo in seguito, i “postumi” del freddo arrivano qualche minuto dopo l’esposizione intensa. Per dirla in maniera alternativa: percepiremo il freddo, il calo drastico della temperatura corporea ed inizieremo a tremare una quindicina di minuti dopo l’esposizione al freddo.

Questo fenomeno prende il nome di Afterdrop ed è dovuto al fatto che:

  • quando ci esponiamo al freddo, il sangue (caldo), non irrora le periferie (mani, piedi)
  • il sangue, invece, rimane nella parte vitale del nostro corpo: il core (immaginiamolo come il tronco), in cui sono presenti organi vitali come cuore, polmoni, fegato, …
  • quando terminiamo l’esposizione al freddo, il sangue (caldo) fluirà dal core verso le periferie, dove si raffredderà e ritornerà al core più freddo
  • questo provocherà, appunto, un raffreddamento del proprio organismo che, una volta percepito dall’ipotalamo, innescherà le reazioni di termoregolazione (leggi: inizieremo a tremare come una foglia 😛 )

Per questo è importantissimo riscaldarsi con le modalità viste in precedenza:

  • pratichiamo la Horse-stance, senza muoverci troppo, ma in maniera statica e controllata, attivando tutta la muscolatura
  • rimaniamo concentrati e con l’assetto mentale che avevamo durante il bagno; non vaghiamo con la testa su altri pensieri. Perderemo il focus e, con esso, lo stato “meditativo”

Poco alla volta rivestiamoci sempre continuando a praticare la Horse-stance. Prima uno strato, poi un altro. Calzettoni, mutande, maglietta, pantaloni … ad ogni strato continuiamo a praticare la horse-stance.

E smetteremo di essere “delle foglie” molto presto 🙂

Conclusione

Ora che conosciamo la tecnica esatta dell’esposizione al freddo, riusciamo a vivere questa esperienza in maniera più tranquilla. È sempre utile (e consigliato) avere una persona con la quale praticare questo genere di cose.

È, altresì, consigliato chiedere il parere del proprio medico curante prima di praticare esposizioni al freddo “estremo”.

Il mio consiglio spassionato è quello di partecipare ad un Workshop con uno degli istruttori certificati, come me (trovate qui i miei prossimi eventi), in modo da approfondire tutte le pratiche, eseguirle in un ambiente sicuro e conoscere altre persone con cui condividere la pratica!

A presto!
Simone

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La respirazione nel Metodo Wim Hof

La Respirazione del Metodo Wim Hof

facciamo chiarezza sulla tecnica esatta

wim-hof-meditation

Wim Hof in meditazione nella neve

Il respiro

Il respiro è stato, da sempre, centrale nella ricerca filosofica e medica dei popoli orientali.

Gli antichi cinesi dicevano che il respiro è la porta verso la coscienza. Tramite questo, infatti, possiamo “connetterci” al nostro strato emozionale ed inconscio e, sapendo come fare, possiamo alterarlo.

La prima forma di meditazione indiana, il Vipassana, passa da una metodica di concentrazione sul respiro. In Tibet, grazie alla ricerca di Milarepa, il respiro veniva usato anche per tenersi al caldo in situazioni di estremo freddo. Questo filone diede vita alle respirazioni del Tummo o Fuoco Interiore. Tramite esercizi respiratori intensi e la forza della mente, si riusciva a sviluppare un fuoco interiore, capace di scaldare sé stessi e incenerire altre fonti di tossicità per l’organismo.

Gli indiani, certo, non furono da meno nella loro ricerca sul respiro, sviluppando quel sistema favoloso del Pranayama. Per questi antichi saggi, l’universo è permeato di Prana, l’energia cosmica che, proprio tramite le nostre narici, riusciamo a portare dentro di noi, rivitalizzandoci, nutrendoci e curando ogni male. Hanno sviluppato decine di pratiche respiratorie volte al benessere dell’individuo.

Chiamiamolo come vogliamo: Prana, Chi o Ioni negativi (secondo la scienza occidentale) … il respiro è “la Porta” attraverso la quale questa energia, dal cosmo, fluisce dentro di noi. Ed è nostro dovere prendercene cura.

Pranayama

La respirazione nel metodo Wim Hof

Avete presente tutti quei video in cui si vedono persone che ansimano e iperventilano spingendo il loro corpo al parossismo ? Ecco, questo è ciò che NON si deve fare quotidianamente!

Introduzione

La tecnica respiratoria del metodo Wim Hof è molto semplice, ma al contempo completa. Si basa sull’alternanza tra fasi che potremmo definire “opposte”. Una nervina, energizzante; l’altra parasimpatica e rilassante.

Diamo un’occhiata veloce alle varie fasi, prima di andare ad approfondire la corretta esecuzione delle stesse.

Per prima cosa vediamo il macrociclo, ovvero come sarà organizzata l’intera seduta respiratoria:

  1. Introduzione
  2. 3-4 cicli di respirazione wim hof
  3. Integrazione
wimhof_breathing

Il Macrociclo

Dunque vediamo ora come organizzare l’intera seduta, prima di focalizzarci sulla predisposizione del ciclo respiratorio.
  • Introduzione
    • Durata: variabile, da 1 a 5-6 minuti
    • Obiettivo: rilassare la mente e il corpo, ponendoci in uno stato congeniale alle fasi successivi
    • Suggerimenti: ascoltare della musica rilassante che ci porti in uno stato di gioia. Il respiro è naturale e non controllato.
  • 3-4 cicli di respirazione Wim Hof: la tecnica da adoperare per ogni ciclo respiratorio, verrà approfondita nel paragrafo successivo
  • Integrazione: a mio avviso è la fase più importante. È in questa fase che “ritorniamo in noi” e riprendiamo consapevolezza del nostro “io”. È altresì in questa fase che possono scaturire reazioni di rilascio emozionale (pianti, risate, gioia, …) ed estatiche.
    • Durata: variabile, da 1 a 5-6 minuti
    • Obiettivo: rilassarsi completamente, non pensare, non giudicare, semplicemente: osservare. Osserviamo tutte le reazioni che si stanno palesando nel nostro corpo, i pensieri che possono fluire, le immagini mentali. Qualsiasi cosa, non dobbiamo far altro che accettarla.
    • Suggerimenti: chiudiamo gli occhi ed evitiamo di guardare il cellulare per cambiare musica o controllare il timer.  Il respiro è naturale e non controllato.
breathing-exercises

Il Ciclo respiratorio

Cosa NON È ?

  •  una iperventilazione spinta allo spasimo
  •  una gara a chi respira più aria in meno tempo
  •  un modo per “andare in botta”
  •  una scommessa a “chi dura di più in apnea”

Cosa È ?

  • un ciclo composto da fasi che si alternano e si completano
    • il ciclo respiratorio è energizzante, attiva il sistema nervoso simpatico (e la sua risposta combatti-o-fuggi) e ci inonda di adrenalina
    • l’apnea a polmoni vuoti è rilassante, profondamente parasimpatica (attiva la risposta del riposa-e-digerisci) e ci tranquillizza
    • il respiro di integrazione, di 15 secondi, che ri-bilancia la nostra biochimica e il nostro sistema nervoso

Ora occhi sgranati e mente attiva, perché è giunto il momento di fare chiarezza sulla vera tecnica, completamente distorta dal fai-da-te che si trova su Internet.

La prima cosa che ci hanno chiesto in accademia da Wim Hof è stata: spargete il messaggio che il Metodo Wim Hof non è la stessa cosa di Wim Hof.

Wim ha un trascorso che non possiamo permetterci di trascurare. Con la sua esperienza e la sua propiocezione, può spingersi molto oltre dell'”uomo medio”. Ok, chi pratica il metodo Wim Hof è un ibrido tra “uomo medio” e “superuomo”, ma andiamo per gradi.

La tecnica corretta

Il ciclo respiratorio si compone delle seguenti fasi, ripetute per 3-4 volte (come specificato nel macrociclo):

  • 30 respiri completi (pancia, diaframma, petto)
    • al 30-mo respiro si espira in maniera rilassata (non si forza l’espirazione)
  • Apnea a polmoni vuoti, di lunghezza a piacere, senza forzare
  • Respiro di Integrazione, di 15 secondi

Al termine si espira normalmente, si esegue qualche respiro (2-3 respiri) normale e si ricomincia con il ciclo successivo dei 3-4 che abbiamo intenzione di fare.

Ora analizziamo le diverse fasi qui menzionate.

I 30 respiri completi

In questa fase eseguiamo 30 respiri completi, uno di seguito all’altro, senza interporre pause tra loro. L’obiettivo è quello di introiettare quanta più aria possibile (iperventilazione), evitando, però, di espellere troppa anidride carbonica (controllata).

Cos'è un Respiro Completo

Iniziamo col dire che si inspira in maniera attiva e si espira sempre in maniera rilassata. L’espirazione non è mai forzata. Mai!
L’obiettivo è quello di fare una respirazione fluida, senza pause tra inspirazione ed espirazione, come se volessimo seguire un’onda che sale e scende. Infatti è proprio così che dobbiamo immaginare il fluire del respiro, riempiendo prima il basso ventre, poi la parte del plesso solare e poi il petto. Una volta riempito l’intero volume polmonare, fare una espirazione rilassata.

Ricapitolando:

  • Inspirazione: è diaframmatica e attiva e si porta l’aria nelle diverse zone, con un movimento continuo
    • in sequenza, ma in maniera fluida, portiamo l’aria nelle zone: basso ventre -> zona del plesso solare -> petto
    • bisogna riempire l’intero volume polmonare, senza eccedere avendo fastidi, ma forzandosi ad usare la piena capacità dei nostri polmoni
  • Espirazione: rilassata all’atmosfera; non bisogna forzare mai facendo espirazioni complete
  • Il Flusso: si inspira ed espira in maniera continua, senza pause tra una fase e l’altra
    • velocità: solitamente suggerisco una 4-4 (inspirazione di 4 secondi ed espirazione di 4 secondi). Modulate a piacimento queste tempistiche, ma evitate di accelerare troppo a meno che non stiate per fronteggiare uno stress intenso (e comunque non fatelo quotidianamente)

Passiamo adesso ad alcune domande frequenti che ricevo durante i workshop:

  • Col naso o con la bocca?
    • è consigliabile sempre la respirazione nasale. Se non è possibile, per via di problematiche momentanee o croniche, va bene anche la bocca
  • Ma almeno l’espirazione posso farla con la bocca?
    • come detto, il consiglio è di fare tutto con il naso, ma se non ci si riesce, meglio espirare che inspirare con la bocca
  • Non riesco a fare un movimento continuo e fluido, ma tendo a interrompere l’inspirazione spezzandola nelle varie zone: prima basso ventre, poi plesso solare, poi petto. Sbaglio ?
    • non c’è nessun problema! tutti abbiamo iniziato così per poi farla divenire fluida e continua. Non bisogna mai stressarsi troppo sulla tecnica. Essa funziona! Diamoci tempo per implementarla nel migliore dei modi
  • Se conto il numero di respiri, mi distraggo e perdo la “bellezza” del momento. Come posso fare?
    • semplicemente: non contare! metti un timer a 4-5 minuti e fallo suonare al termine di questi. Avrai fatto 30 respiri? bene! Ne avrai fatto 20 o 40? Bene lo stesso!
Apnea a polmoni vuoti

Dopo aver espirato al termine del ciclo respiratorio, si rimane in apnea con i polmoni vuoti (non sono totalmente vuoti, perché l’espirazione non è mai forzata).

In questa fase ci sono poche raccomandazioni da dare, ma ricordiamone qualcuna:

  • la durata è a piacere: quanto più in là riusciamo ad andare senza costringerci, tanto meglio sarà
  • non è una gara! quando si ha il bisogno di respirare, non spingere oltre e respirare tranquillamente
  • porsi in uno stato di estrema rilassatezza, questo ci aiuterà a prolungare, spontaneamente, i tempi di apnea, con i benefici che ne conseguono. Rilassate qualsiasi parte del vostro corpo e abbandonatevi completamente
Respiro di Integrazione

Il respiro di integrazione ha lo scopo di rimettere in asse il sistema nervoso e la biochimica dell’organismo. L’esecuzione è semplice:

  • al termine dell’apnea, si fa un bel respiro completo (come visto prima), cercando di portare l’aria al petto e lo si trattiene per 15 secondi
    • è anche definito “apnea a polmoni pieni” di 15 secondi
  • no, il respiro non va spinto su verso la testa, questo soprattutto per chi soffre di problematiche pressorie o di acufene

Al termine una bella espirazione rilassata … e pronti per il prossimo ciclo di 30 respiri!

Conclusione

Ora che conosciamo la tecnica esatta della respirazione del Metodo Wim Hof, possiamo concentrarci sui suoi effetti biochimici e mentali, ma questo nel prossimo articolo del blog.

Stay tuned!
Simone

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Storia del Metodo Wim Hof

Il Metodo Wim Hof

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Wim Hof in meditazione nella neve

La Storia

La storia del Metodo Wim Hof ® non può essere scissa da quella del suo creatore: Wim Hof.

Wim ha avuto la fortuna di avere un padre che, sin da piccolo, lo aveva avviato allo studio delle arti orientali. Per il piccolo Wim, quindi, lo studio dello Yoga e del Pranayama hanno rappresentato dei pilastri importanti accanto a quelli della formazione occidentale.

Inquadrando la storia del metodo in tal senso, possiamo dire che le tecniche su cui esso si basa sono tecniche millenarie e prendono spunto proprio dagli studi dei popoli che, per loro filosofia di vita, si sono proiettati verso la ricerca interiore, piuttosto che su quella esteriore.

Il tragico punto di svolta

Sebbene oggi Wim venga visto come una persona felice, entusiasta della vita e carismatica, non sempre è stato così.

Come spesso accade, la sua tenacia e la forza con cui affronta la vita, sono figlie di un periodo buio, in cui un episodio ha toccato profondamente la sua anima.

Nel bel mezzo della tranquillità familiare, la sua amata moglie Marivelle-Maria, si suicidò. Wim era profondamente innamorato di sua moglie, tanto che questo episodio lo spinse in un periodo di profonda depressione.
Per fortuna le tecniche apprese nel corso degli anni, lo yoga, la respirazione del Pranayama ed altre tecniche, lo aiutarono a fronteggiare questo periodo, ma nessuna riuscì completamente a “rimetterlo in carreggiata” verso la felicità.

Il Freddo, invece, gli forniva quella marcia in più di cui aveva bisogno per guadagnare, oltre che tranquillità mentale, anche energia, euforia e felicità, permettendogli di lasciarsi alle spalle lo spettro della depressione.

Il Metodo e la caparbietà di Wim

Wim era talmente entusiasta delle sue scoperte, che voleva ad ogni modo condividerle con tutti.

Iniziò dai suoi amici, la maggior parte dei quali lo derisero. Provò poi con platee più ampie, ma il risultato fu lo stesso. Venne additato come “fenomeno da baraccone”, tanto che, nei primi periodo, per raccimolare un po’ di soldi, faceva delle esibizioni all’interno di circhi locali, mostrandosi come “uomo del ghiaccio” all’interno di una vasca piena di cubetti di ghiaccio.

Il cambio avvenne nel 2014, quando uno studio dell’Università di Radboud decretò che: tramite il Metodo Wim Hof si riusciva a controllare qualcosa che, per natura, era incontrollabile: il nostro Sistema Nervoso Autonomo. Un risultato PAZZESCO !

I 3 Pilastri del Metodo Wim Hof

breathing-with-wim-hof-method
cold-therapy-wim-hof-method
commitment-with-wim-hof-method

Sono i 3 pilastri che verranno affrontati in articoli separati.

Stay tuned !

A presto,
Simone

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La trappola dell’iperventilazione

Come il nostro respiro può giocarci brutti scherzi …

Domanda: quale è 𝐋’𝐔𝐍𝐈𝐂𝐀 𝐟𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐜𝐨𝐫𝐩𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐞̀ 𝐬𝐢𝐚 𝐀𝐔𝐓𝐎𝐍𝐎𝐌𝐀 𝐜𝐡𝐞 𝐕𝐎𝐋𝐎𝐍𝐓𝐀𝐑𝐈𝐀 ?
Risposta: il 𝗥𝗘𝗦𝗣𝗜𝗥𝗢 🫁

Domanda: ok, e 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐢 𝐟𝐫𝐞𝐠𝐚 🤦‍♂️ ?
Risposta: 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐥𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐕𝐎𝐋𝐎𝐍𝐓𝐀𝐑𝐈𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐄 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐭𝐮𝐞 𝐟𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐧𝐨𝐦𝐞, che ci frega ?
– digestione, pressione sanguigna, battiti cardiaci, motilità intestinale
– benessere mentale, depressione, ansia (che è ormai endemica)
– infiammazione, sistema immunitario, disturbi neurologici …

L’UNICO modo con cui possiamo farlo coscientemente è tramite il RESPIRO ❗️❗️

Il respiro è da sempre definito come “𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒔𝒄𝒊𝒆𝒏𝒛𝒂” 🚪

Da sempre usato per portare l’uomo verso stati di alterata coscienza, estasi.
Da sempre usato per guarire, specialmente ultimamente con un approccio scientifico che porta infinite conferme 🧘

Un esempio è la 𝘛𝘙𝘈𝘗𝘗𝘖𝘓𝘈 𝘋𝘌𝘓𝘓’𝘐𝘗𝘌𝘙𝘝𝘌𝘕𝘛𝘐𝘓𝘈𝘡𝘐𝘖𝘕𝘌:
1 – gli eventi negativi (malattia, lavoro, coppia, …) causano 𝙨𝙩𝙧𝙚𝙨𝙨
2 – lo stato di stress ci porta in uno stato di attacco-fuga
3 – 𝙞𝙥𝙚𝙧𝙫𝙚𝙣𝙩𝙞𝙡𝙞𝙖𝙢𝙤: dobbiamo scappare dal pericolo secondo il nostro cervello
👉 no, non funziona “vado a comprare le sigarette …”
4 – iperventilando induciamo uno stato di 𝙖𝙣𝙨𝙞𝙖
5 – l’ansia aggiunge ancora più stress
6 – tutte le sintomatologie si acuiscono
7 – questo causa ancora più ansia, più iperventilazione ecc.

𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐫𝐨𝐦𝐩𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐧𝐞𝐟𝐚𝐬𝐭𝐚 🌀 ?

Attraverso opportune 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. Semplici, rilassanti.
Da fare quotidianamente e/o nei momenti in cui il sintomo si sta amplificando.

Per approfondire, vedi le mie pagine su Metodo Wim Hof, Oxygen Advantage e Pranayama.

Arriviamo al punto in cui dobbiamo ritrovare “𝘐𝘭 𝘍𝘶𝘵𝘶𝘳𝘰 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘗𝘢𝘴𝘴𝘢𝘵𝘰” … ma l’importante è esserci arrivati 😉