Scienza | Wim Hof | Freddo e Infiammazione, Aterosclerosi, Colesterolo

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Bagno Ghiacciato e Infiammazione, Aterosclerosi, rischio cardiovascolare

I risultati PAZZESCHI di uno studio recentissimo

Il Freddo

Inutile menzionare il fatto che la pratica del freddo abbia radici remotissime.

Sia in Occidente che in Oriente, le varie culture hanno posto al centro delle loro pratiche mediche il freddo e l’esposizione ad esso. Ne parlava Marco Aurelio ne “I colloqui con sé stesso”. Ippocrate, nel secolo IV AC, usava il freddo per motivi di salute ed analgesici, aggiungendo che “l’acqua può curare qualsiasi cosa” (n.b.: l’acqua, non l’aria). Non più tardi della fine del 1800, Kneipp, abate tedesco, scoprì su di lui le meravigliose virtù del freddo: affetto da tubercolosi, decise di curarla da sé, facendo immersioni nelle acque fredde del Danubio e riscaldandosi subito dopo, per evitare gli effetti del raffreddamento sul suo corpo.

Gli orientali non furono da meno, annoverando tra i loro “utilizzatori del freddo” per riscaldarsi, personaggi come Milarepa che, sui monti del Tibet, diede vita ad un metodo complesso di respirazione per sopravvivere e rigenerarsi a temperature rigide come quelle di chi vive ad altitudini di più di 7000 mslm, semi-nudo, all’interno di una caverna.

Oggi, per fortuna, il freddo, nella sua forma più estrema, è stato sdoganato da un certo Wim Hof che, grazie alla sua caparbietà, passando da fenomeno da baraccone a fenomeno paranormale, è riuscito a spingere molte persone a provare questo tipo di pratiche salutistiche.

Ad oggi, una nuova pratica è comparsa sulla scena, millantando proprietà importanti nell’ambito della salute e del benessere: la crioterapia.

Lo Studio

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Le malattie cardiovascolari (CVD) rimangono la principale causa di mortalità e morbilità in Europa. Un aspetto essenziale nello sviluppo delle CVD è il cambiamento aterosclerotico nelle arterie e le sue successive complicanze

L'aterosclerosi

L’aterosclerosi (più spesso conosciuta nel mondo laico come arteriosclerosi) è una condizione patologica caratterizzata da alterazioni della parete delle arterie, che perdono la propria elasticità a causa dell’accumulo di calcio, colesterolo, cellule infiammatorie e materiale fibrotico.

Che cos’è l’aterosclerosi?

L’irrigidimento delle arterie è un fenomeno associato all’accumulo di componenti patologiche nel contesto delle pareti vascolari. Una delle forme più diffuse di tale patologia è l’aterosclerosi, caratterizzata dalla formazione di placche parietali contenenti materiale amorfocolesterolocellule muscolari liscecellule infiammatorie e cellule provenienti dal sangue. Se la placca protrude nel lume vasale può arrivare a ostacolare il flusso ematico al suo interno. Un’eventuale rottura della placca stessa, abitualmente rivestita da un sottile cappuccio fibroso e da cellule endoteliali, può portare a trombosi e a obliterazione completa del lume del vaso, con conseguente interruzione del flusso ematico. Una volta instauratasi, l’aterosclerosi appare come un processo irreversibile e in potenziale, continua espansione: uno stile di vita adeguato e trattamenti mirati al controllo di diabete e ipertensione, oltre che alla riduzione del colesterolo, possono prevenire la formazione delle placche e rallentare il peggioramento dell’aterosclerosi in corso [fonte: Humanitas].

Cosa comporta l’aterosclerosi?

Compromette il flusso del sangue all’interno delle arterie. Il restringimento delle arterie e la loro occlusione, prodotta dalla formazione di un trombo, generano ischemia e infarto nel territorio a valle delle stesse. I sintomi dell’ischemia e dell’infarto saranno diversi secondo che l’aterosclerosi sia localizzata nel territorio coronarico (angina, infarto miocardico), cerebrale (ictus o TIA), intestinale, renale o periferico (arteriopatia obliterante arti inferiori).

Le Ipotesi alla base dello studio

È possibile collegare diversi fattori di rischio e un aumento dei profili di rischio cardiometabolico, tra cui dislipidemia, accumulo di grasso nel fegato, insulino-resistenza e altri aspetti delle malattie metaboliche.

  • Molti pazienti con un rischio apparentemente basso possono sviluppare segni precoci di aumento dello spessore intimomediale e successivamente di disfunzione endoteliale. Queste sono le prime fasi dell’aterogenesi e uno degli obiettivi più critici nella prevenzione primaria precoce
  • L’impatto dell’ambiente sulla salute umana è significativo. Un fattore importante che influenza il corpo umano è la temperatura. Vengono monitorati sia l’esposizione a breve termine a temperature estreme (crioterapia, sauna, ecc.) che l’impatto ambientale a lungo termine
  • molti studi hanno dimostrato un effetto protettivo dell’esposizione al freddo sul corpo, compresi i cambiamenti metabolici, la rigenerazione muscolare e i cambiamenti cardiovascolari
  • Gli articoli scientifici hanno dimostrato un effetto positivo sull’ossigenazione muscolare, sulla rigenerazione, sulla riduzione dell’affaticamento durante l’esercizio, sulla funzione cardiaca e sulle prestazioni cognitive

In termini di medicina preventiva, l’effetto dell’immersione in acqua fredda sul corpo su base ripetuta apre molte domande circa l’efficacia e l’effetto oggettivo misurato nella pratica clinica. Lo scopo di questo studio era determinare l’effetto dell’esposizione al freddo (in acqua gelida) sul profilo cardiometabolico dei volontari durante i 5 mesi successivi al protocollo standardizzato

Che intervento hanno proposto gli scienziati ?

35 volontari sono stati sottoposti ad immersioni in acque gelide all’aperto,  controllate e ripetute (5 mesi), sulla base del seguente protocollo

  • Bagno ghiacciato di tutto il corpo, ad eccezione della testa
  • da fare tre volte a settimana per 7-10 minuti
  • Il nuoto era permesso
  • Non era consentito l’uso di ausili in neoprene (guanti, scarpe), ad eccezione delle cuffi
  • Gli arti superiori erano sotto la superficie dell’acqua
  • Le calzature non in neoprene erano consentite
  • La durata del bagno ghiacciato è stata calcolata dal primo contatto del piede del paziente con l’acqua.

L’intero corpo doveva essere immerso nell’acqua entro 30 secondi.

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Risultati delle analisi ematiche

Sono state eseguite analisi sia sui campioni di sangue, per valutare alcuni marcatori di dislipidemia, rischio cardiovascolare e infiammazione, che di imaging (ecografie per valutare lo stato dei vasi sanguigni ed eventuali miglioramenti vascolari).

Vediamo quali cambiamenti sono stati ottenuti:

  • Riduzione dei livelli di LDL
  • Incremento di HDL (non statisticamente significativo)
  • Diminuzione significativa dei TRIGLICERIDI
  • Diminuzione significativa delle VLDL
  • Diminuzione significativa della PCRProteina C Reattiva
  • Diminuzione significativa del PCSK9 !!!
Già solo questi risultati SONO PAZZESCHI!
  • Le VLDL (Very Low-Density Lipopreotein) sono le molecole che DAVVERO sono implicate nel processo di creazione dei trombi! Anche se non si capisce come mai non venga mai prescritto l’esame ematico di queste
  • I Trigliceridi, ed in particolare il rapporto con l’HDL, sono un marcatore del rischio cardiovascolare. Tenere basso questo valore è, quindi, protettivo per il nostro cuore.
  • La PCR è un marcatore ultimamente molto noto (per fortuna), in grado di darci un quadro del nostro stato di INFIAMMAZIONE SISTEMICA. Più basso è questo marcatore, minore è l’infiammazione del nostro intero sistema. Sappiamo tutti che l’infiammazione è alla base della quasi totalità delle patologie, in primis quelle legate al sistema cardiovascolare!
  • La PCSK9 svolge un’azione cruciale non solo nell’aggregazione piastrinica, ma anche nella calcificazione della valvola aortica

figure 2

Risultati delle analisi di imaging

I risultati per i cambiamenti vascolari sono stati saggiati tramite dispositivi ad ultrasuoni, i quali hanno evidenziato che la funzionalità vascolare è stata significativamente alterata dai bagni ghiacciati !!!

  •  Riduzione significativa del cIMT !!!
    • questo è un risultato PAZZESCO!!! il cIMT valuta l’aumento dello spessore della parete delle arterie (IMT), elemento correlato alla malattia aterosclerotica e coronarica, e può rilevare la presenza di placche aterosclerotiche, di trombi e aneurismi
    • praticamente ci dice quanto sono libere le carotidi. Più è basso il valore (in questo caso abbiamo una riduzione significativa!), più basso è il rischio di trombi, ictus e complicanze legate al flusso di sangue al cervello …
  • Riduzione significativa di Beta, AI e PWV, parametri legati alla funzionalità vascolare

Insomma qui vediamo che l’esposizione al freddo effettua una vera e propria pulizia delle superfici interne delle arterie!!!

Trattamento della stenosi carotidea tramite stenting e disegno CAD di uno stent carotideo ibrido

Conclusione

I risultati di questo studio dovrebbero essere condivisi con chiunque abbia problemi cardiocircolatori, di dislipidemie, di infiammazione sistemica.

IN PRATICA TUTTI DOVREBBERO CONDIVIDERE QUESTO STUDIO !!!

I risultati che abbiamo valutato, sono STRATOSFERICI e ci portano a capire alcune importanti note:

  • l’esposizione al freddo ABBATTE L’INFIAMMAZIONE SISTEMICA, causa della stragrande epidemia di malattie croniche, degenerative ed auto-immuni
  • l’esposizione al freddo RIPULISCE LE ARTERIE, riducendo la probabilità di formazione di pericolosi trombi causativi di infarti del miocardio ed ictus cerebrali
  • l’esposizione al freddo RIDUCE LE VLDL, le molecole implicate nella formazione dei trombi
  • l’esposizione al freddo REGOLA LO STATO LIPIDICO dell’organismo, contribuendo in maniera significativa a ridurre i TRIGLICERIDI in circolo
  • Migliora la FUNZIONALITÀ VASCOLARE TUTTA !!!

Insomma, scusate se ho ripetuto N volte “l’esposizione al freddo”, ma è per sottolineare quanto questo, se ben amministrato, sia uno strumento preziosissimo, con dei risultati difficilmente paragonabili ad altri interventi.

Ad oggi, in via cautelativa, nonostante da questi risultati si evinca che l’esposizione al freddo dia dei miglioramenti al sistema cardiovascolare, corre l’obbligo di sconsigliarne la pratica alle persone cardiopatiche. Tranne mia mamma. Cardiopatica e comunque sempre in prima fila nell’esposizione al freddo 😉

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